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dere}}. || a la sua, posto avv. a piacer suo. || la sua è o sarìa, il miglior partito da prendere è o sarebbe: la sua è o sarebbe, p. e., quando si ode che il Papa è infallibile, la sua è di ridere.
Supellèttili. s. f. Masserizie, arredi: suppellettile.
Superàbbili. add. Che può superarsi: superabile.
Superari. v. a. Vincere, rimanere superiore: superare. P. pass. superatu: superato.
Superbamenti. avv. Con superbia: superbamente. || Magnificamente: superbamente.
Supèrbia. s. f. Gonfiamento per cui l’uomo presume più del potere proprio: supèrbia. || Per ira, collera e anco i Toscani dicono in tal senso: superbia (Tomm. D.). Prov. quannu la superbia in autu acchiana, accumenza a sbasciari la furtuna: quando la superbia galoppa, la vergogna siede in groppa. || si la superbia fussi ’nfirmitati, nni murissimu cchiù di la mitati, la superbia è quasi in tutti. || la superbia è scala d’ogni viziu, è chiaro. || la superbia è figghia di l’ignoranza, l’uomo che sa non s’insuperbisce: la superbia è figlia dell’ignoranza.
Superbiazza. V. supirbiazza.
Supèrbiu. V. superbu (A. V. ital. superbio).
Superbu. add. Che ha superbia: superbo. || Magnifico: superbo. || Elegante, ricco: superbo. || Aspro, crudo, acerbo: superbo. Sup. supirbissimu: superbissimo. || Prov. lu superbu è da tutti disprizzatu, anco da’ superbi stessi, e ciò perchè: cu’ è superbu è pazzu: baldezza di signore, cappello di matto. || lu superbu nun havi mai paci, è in guerra con tutti coloro che egli crede inferiori a sè. || superbu cu superbu nun fa bona lega, perchè l’uno si crede da più dell’altro.
Supèrchiu. V. suverchiu.
Superficiali. add. Che è nella superficie: superficiale. || met. Di notizia, scienza o altro che non si profonda, esterno: superficiale.
Superficialità s. f. Qualità di ciò che è superficiale: superficialità.
Superficialmenti. avv. In modo superficiale, in superficie: superficialmente.
Superfìcii. s. f. La parte esterna delle cose: superficie. || T. geom. Ciò che ha lunghezza, ma non profondità, area: superficie.
Superfluamenti. avv. Con superfluità: superfluamente.
Superfluità. s. f. Soprabbondanza: superfluità, superfluitade, superfluitate. || Materia superflua: superfluità.
Supèrfluu. add. Soperchio: superfluo. || avv. Soperchiamente: superfluo.
Superiura. s. f. Abadessa, priora: superiora.
Superiuratu. s. m. Ufficio e grado di superiore: superiorato.
Superiuri. s. m. Principale, capo di un ufficio, un magistrato, un collegio ecc.: superiore.
Superiuri. add. Che soprasta: superiore. || essiri superiuri a..., non se ne curare, p. e. bisogna esser superiore a certi pregiudizi.
Superiurità. s. f. Qualità e stato di ciò che è superiore: superiorità, superioritade, superioritate.
Superiurmenti. avv. Dalla parte di sopra, di sopra: superiormente. || Da parte della superiore autorità (in questo senso Ugolini ne biasima l’uso).
Superlativamenti. avv. In modo superlativo: superlativamente.
Superlativu. add. Il superiore di tutti, il più sublime: superlativo. || T. gram. Dicesi di quegli aggettivi che esprimono il più alto grado d’una qualità: superlativo.
Supernamenti. avv. Da luogo superno: supernamente.
Supernaturali. add. Soprannaturale: supernaturale.
Supernaturalmenti. avv. In modo soprannaturale: soprannaturalmente.
Supernu. avv. Superiore, di sopra: superno.
Supèrstiti. add. Che rimane dopo la morte altrui: superstite (Mort.).
Superstizzioni. s. f. Vana credenza di cose irragionevoli, poggiate su pregiudizi, partorite da fantasia eccitata, o date a credere da chi vi ha interesse: superstizione.
Superstizziunedda. dim. di superstizzioni.
Superstizziusamenti. avv. Con superstizione: superstiziosamente.
Superstizziuseddu. dim. di superstizziusu.
Superstizziusità. s. f. Qualità di ciò che è superstizioso: superstiziosità.
Superstizziusu. add. Pieno di superstizione: superstizioso. Sup. superstizziusissimu: superstiziosissimo.
Supinamenti. avv. Con la pancia all’insù: supinamente (Mort.).
Supinu. add. Che giace colla pancia all’insù: supino.
Supirbazzu. pegg. di superbu: superbaccio.
Supirbiazza. pegg. di superbia: superbiaccia.
Supirbiedda. dim. Superbietta.
Supirbieddu. dim. di superbu: superbietto.
Supirbiuna. accr. di superbia.
Supirbuni. accr. di superbu: superbone.
Supirbiuseddu. dim. di supirbiusu: superbiosetto.
Supirbiusu. add. Che ha superbia: superbioso.
Supirchiari. V. suvirchiari e simili.
Suppa. s. f. Vivanda di paste, di riso, di legumi, d’erbe o di parecchie di queste cose mischiate ecc.: minestra. || Vivanda di pane in brodo: zuppa, suppa. || – ’ndorata, zuppa di pane abbrustolito, cotto in brodo e condito con cacio e zucchero. || – a la ’mprescia, dolce di latte, pan di Spagna e zucchero che si compone subito. || faricci suppa, fig., prender diletto in una cosa: coccolarvisi. Vale anche ponderare, considerare una cosa. || Prov. vo’ campari quantu voi? mancia suppa avanti e poi, la zuppa fa bene. || T. capp. suppa, il pezzo di felpa onde si fa poi il cappello: cappuccio (Cocchiara).
Suppappa. V. varvazzali. || Ingegno che facilita la entrata e impedisce la uscita di checchessia, valvola: animella (Fr. soupape: animella).
Suppappata. s. f. Riprensione: rammanzina, sbarbazzata (Colpo di suppappa in senso fig.). || Subitanea paura: battisòffia.
Suppèra. s. f. Vaso di majolica, fatto in vari modi, per portar la minestra a tavola: zuppiera. || Per lattera V. (nel Catanese).
Suppïari. v. intr. Mangiar molta zuppa, o anche intingoli gustosi. || Prender diletto a una cosa: coccolarvisi.