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avere alcuna stabilità in sè. E puossi appropiare il vizio della incostanza alla rondine, che si pasce volando ora qua e ora là. Della incostanza dice Salustio: La incostanza si è secondo segno di pazzia. Plato dice: Chi è incostante in tutte le cose si commette alla ventura. Salomone dice: Il rio uomo crede ogni cosa; il buono guarda l’anima sua. Bernico dice: Chi male si guida, spesso si consiglia. Del vizio della incostanza si legge nella Vita de’ Santi Padri, che un ladro, ch’avea fatto tutti i mali del mondo, si andò a confessarsi da un romito; e quando egli gli venne a dare penitenza, il ladro diceva che non la potrebbe fare perchè non saprebbe adorare e non potrebbe digiunare, nè fare alcuna penitenza. E allora disse lo romito: Farai questo, che a ogni Croce che tu truovi, inginócchiati e fálle riverenza. E il ladro promisse bene di far questo; e il romito gli perdonò tutti gli suoi peccati. E partendosi questo ladro dal romito, certi suoi nimici l’ebbono incontrato; e il ladro vide in uno scudo de’ suoi nimici dipinta la Croce, e ricordandosi della penitenza che gli era data, si s’inginocchiò dinanzi alla Croce: e in questo mezzo gli suoi nimici l’uccisono. Essendo morto il ladro, il romito vide due Angioli che ne portavano l’anima sua in cielo; sicch’egli si cominciò forte a disdegnare, pensando che costui ch’avea fatto tanto male, ora se n’era portato in cielo per così piccola cosa. E così sopra pensando deliberò di volere ancora egli de’ diletti del mondo, perchè il paradiso s’acquista molto di leg-