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chè non fu detto per lui che egli si movesse; chè egli non è uomo.

CAPITOLO XVII.

Della giustizia appropriata al re dell'api .

Giustizia, secondo Andronico, si è disporre egualmente la sua ragione a ciascuno. Fra Tommaso dice: Tre cose bisognano all’uomo che vuole fare giustizia: la prima si è che l’uomo abbia autorità di ciò: la seconda, che e’ sappia bene sopra a quello che dee giudicare: la terza, che giudichi secondo ragione. E puossi assimigliare la virtù della giustizia al re dell’api, il quale ordina e distribuisce per ragione ciascuna cosa; che certe api sono ordinate ad andare per lo fiore del mèle, e certe a fare i favi negli buchi, e certe ordinate a purgare, e certe a accompagnare il re, e certe a combattere colle altre api, che naturalmente hanno aperta grande guerra insieme, perchè l’una vuole tòrre all’altra il mèle. E non n’uscirebbe mai nessuna ape dal buco anzi che il re; e ciascuna gli fa riverenza. E se lo re fosse sì vecchio che l’alie gli fussono cadute, grandi moltitudini d’api lo portano, e non l’abbandonano mai, e tutte l’altre api hanno pungiglioni dietro, salvo che il loro re. E certi di questi re sono neri e certi rossi, e sono maggiori degli altri api. Salomone dice: Non disiderare d’essere giudice, se tu non vuoi fare giustizia. Ancora dice: Amate giustizia, voi che giudicate