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42 fiore di virtù.

na istà il povero! che se domanda, si vergogna si confonde; e se non domanda, da povertà si consuma: ma pure a mendicare la povertà il costringe. Salomone dice: I fratelli del povero il disamano, e gli amici il fuggono, e partonsi da lui. Ancora: Se il povero sarà ingannato dal ricco, s’egli si rammarichi, ogni uomo lo riprenderà; e s’egli favellelerà, nessuno il vorrà intendere; e la sua parola, quanto ch’ella sia savia, sarà ripresa. Ancora: È meglio una fetta di pane secco a casa sua, che nell’altrui abbondare in ricchezze non sue. Ancora dice: Di due cose ti priego, Iddio, che tu non mi dia povertà, nè tante ricchezze; acciocchè per la ricchezza non venga in pigrizia e ch’io non ti conosca, e per la povertà non mi disperi. Anco dice: Se il ricco sarà ingannato, molti avrà ricoveratori; e se favellerà, ogni uomo lo intenderà, e la sua parola eziandio matta sarà tenuta savia. Ancora dice: Le ricchezze che sono in brieve tempo acquistate tosto vengono meno; e quelle che sono a poco a poco raccattate si moltiplicano e vanno innanzi. Varro dice: Il ricco non acquista le ricchezze senza fatica, e non le tiene senza paura, e non le lascia senza dolore. Tullio dice: L’amico delle persone si può appellare ricchezza, ma non l’arca piena di danari. Celso dice: Quando la nave ha più bel tempo, allora è più paura di pericolare; così è dell’uomo, quando i fatti gli vanno prosperi. Plato dice: Meglio è nella sua morte lasciare le ricchezze agli amici, che nella sua vita per povertà dimandare servigio agli amici. Ancora dice: Non dispregiare