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capitolo vii. 33

le virtù. Ancora dice Omero: L’ira de’ matti è sempre nelle parole, e quella de’ savj è ne’ fatti. Seneca dice: Chi ristrigne l’ira, e rifrena la lingua, egli monda l’anima ed è perfetto. Tullio dice: Tu dèi essere tardo all’ira e pronto alla misericordia, e fermo nelle avversitadi, e provveduto nella prosperità. Seneca dice: L’ira muore tosto appresso del savio uomo. Santo Jacopo dice: Le persone deono essere pronte all’udire, e tarde a rispondere, e pigre ad irarsi: l’ira delle persone non lascia la giustizia di Dio adoperare. Santo Agostino dice: Vuo’ tu ben fare la tua vendetta? lasciala a Dio. Socrate dice: Non ti lasciare vincere all’ira, ma fa che la mansuetudine vinca l’ira. Santo Gregorio dice: Tre rimedj sono alla ira: Dolce risposta, tacere, e partirsi dinanzi all’irato. Salomone dice: Di due cose s’attrista lo mio cuore, e la terza m’arreca grande ira: l’uomo che studia di far guerra per povertà; e l’uomo savio dispregiato; e chi si parte dal bene per far male. Ancora: Al tuo nimico non credere; e, se egli in presenza s’aumilia, non ti fidare di lui mai; chè vuole fare fuggendo quello che non può fare perseguendo; e nella tua tribolazione lagrimerà; e, s’egli vedrà il tempo, non si sazierà mai del sangue tuo. Varro dice: Nessuna ricchezza non durerà troppo lungo tempo alla guerra. Santo Agostino dice: Per cinque cose può far guerra ragionevolmente: per la fede, la giustizia, per aver pace, per istare in libertà è per ischifare forza. Tullio dice: Il mèle si toglie per sua dolcezza; e ’l ferro non si lima se non col fer-