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do che fosse tramortito, mandarono per gli medici, i quali vedendolo dissero ch’era morto. E volendo sapere i suoi compagni perchè egli fosse morto, si lo fecero sparare, e nel suo cuore trovarono scritto: Amore mio GESÙ CRISTO: sicchè i medici intendendo la condizione di costui, come era di condizione allegra, giudicarono che era morto per allegrezza ch’egli ebbe di vedere e di toccare il Sepolcro di Cristo; perchè si muore spesse volte l’uomo per abbondanza d’allegrezza piuttosto che per tristizia.

CAPITOLO V.

Del vizio della tristizia appropriata al corbo.

Tristizia si è contrario vizio d’allegrezza. Secondo che dice Macrobio, è di tre modi. La prima è, quando l’uomo s’addolora d’alcuna cosa più che non si convenga; e questa s’appella propriamente tristizia: la seconda si è, quando l’uomo non sa, nè dice, nè pensa fermamente niente, ma sta come ozioso, e come uno corpo morto; e questo si è molto grave vizio; la terza si è quando per alcuna immaginazione l’uomo fa troppo grande pensiero; e questa si è malinconia; che ne è di molte ragioni; e, siccome dice Ipocras, è ramo di mattezza. E dalla tristezza discende il vizio della disperazione, ch’è il maggiore peccato che sia, secondo il Profeta; e puossi assimigliare la tristizia al corbo, il quale, vedendo nascere dell’uova sue li corbacchini bianchi, egli tanto s’attrista, ch’egli si parte,