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al ricco è malagevole a entrare nel regno del cielo. Dimmi di Giacob, di David e di Giob, che furono così ricchi, e poi furono giusti appo Dio: come può essere questo? Sirac rispuose: Avvegnachè al ricco sia malagevole entrare nel regno del cielo, questo non avviene per la malvagità delle ricchezze; anzi, quanto è in elle, sono molto buone. E però dicono i Savi ch’elle non sono ree, reggendo la vita degli uomini. Siccome il corpo non può vivere senza l’anima, così senza le pecunie l’anima col corpo lungamente non può durare; ma interviene di loro, siccome si dice del vino, il quale, avvegnachè sia buono e utile, ma egli fa molto male nella persona di colui che ne bee troppo. E però dice Salomone: Tutto ciò che l’uomo ha di sopra ciò che gli fa bisogno a buona usanza, si è incarico e fatica da portare. Boezio dice: Chi secondo natura vuole vivere, non sarà mai povero, imperocchè di poche cose si contenta la natura; chi vorrà vivere secondo volontà, non sarà mai ricco, benchè tutto il mondo fosse suo. E però dice un Savio: Quel guadagno del quale l’uomo è infamato, veramente si dee chiamare perdita. Dice uno Savio: Cotale uomo senza amici è come il corpo senza l’anima; chè senza amici l’uomo non può avere allegrezza, nè buona vita; e imperò l’altrui vita dee essere a noi maestra. Ancora dice uno Savio: La parola che pare leggiera, ha in sè gran peso di sentenza: e però le cose certe non si deono lasciare per le non certe. Cato dice: Tu che hai