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capitolo xxxvii. 101

moderanza in loro, pèrdono loro virtù. Socrate dice: Siccome il cavallo si rifrena per lo freno, così si rifrenano tutti i vizj per la moderanza. Il Decreto dice: Chi troppo succia, trae lo sangue. Giovenale dice: Di tutte le cose il mezzo è lo migliore. Galieno dice: Per lo soperchio e per lo poco, si corrompono tutte l’arti e tutte le virtù. Seneca dice: Chi troppo corre, ispesso scappuccia. Aristotile dice: Ogni troppo torna in fastidio, e ogni soperchio rompe il coperchio. Gualfredi dice: Poco fiele fa amaro assai mèle, e un piccolo vizio guasta molte virtudi. Plato dice: Niuna cosa sarebbe ria, chi l’usasse con modo; ma antico peccato fa nuova vergogna. Avicenna dice: Chi vuole che tutte le cose gli pajano buone e dolci, usile rade volte. Seneca dice della virtù della vergogna: Alcuna cosa non può essere nè bella, nè buona, nè dritta, nè onesta, senza vergogna. Salomone dice: Là ove è vergogna, quivi è fede. Ancora dice: Chi teme vergogna in gioventude rade volte riceverà vergogna. Seneca dice: La vergogna è sempre dinanzi al volto; e ne’ giovani è buono segno. Santo Isidoro dice: Porta vergogna dinanzi al tuo volto sempre. Cassiodoro dice: Chi non teme vergogna, sarà seppellito vivo. Plato dice: Meglio è la morte, che non temere vergogna, imperocchè nella persona non può essere maggior vizio. Assaron dice: Il vergognoso non può essere vituperato, nè lo umile odiato, nè il liberale vivere male. Della virtù della onestà dice Plato: Chi non ha in sè onestà, d’alcuna altra virtù non si dee