Pagina:Anonimo - Egloga pastorale di Flavia, Pentio, Venezia 1528.djvu/4

Ma poi che di faper gran desiderio
ed essendo tu a me segreto sozio
30d’ogni mio concetto hai in man l’imperio
Chi segue amor, o suo dolce negozio
fai ben che sempre e magro, e malinconico
nimico di piacer, quiete, e d’ozio
Parlar ti voglio aperto, e non ironico
35a ciò che intendi bene, ciò che mi macera
e la cagion chi vo per selve erronico
Ben che tu fai, chi la mia vita lacera
pur per mostrar quel che mi dole, e dolsemi
fuggiamo el sol a l’ombra di questa Acera
40Eglie gran tempo fa ch’amore suolsemi
dal libero camin, e femmi servolo
a una, che col suo sguardo el mio cor tolsemi
El qual amor ancor nel petto observolo
e assai più che da lupi gliagnicoli
45con vigilanzia drento in me conservolo
Per che i costumi suoi alti, e celicoli
voglion che sempre lei mi regga, e domini
senza amore temer guai o pericoli.

Silverio
Saria mai quella, che mi par si nomini

50Flavia gentili per la qual già ramentomi
vederti lieto assai più che gli altri omini?

Fileno
Si, quella e essa, e or per lei sentomi

e mi consumo come el sole e l’umido,
e quanto ho maggior doglia più contentomi
55E spesso gli occhi, in lei pensando in umido
e se tal volta in qualche fonte specchiomi
vedo per pianto el volto afflitto, e umido