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tre anni dopo 75


Nennele era rimasto in casa con la mamma, e Sebastiano era assente da Orolà.

Così via, via, per le strade ancora silenziose della città, poi per lo stradale allagato dalla freschezza dello splendido mattino, la comitiva passò allegramente.

Pietro Demeda montava un bel cavallo nero, con la sella di velluto ricamata. Era vestito da cacciatore, con fucile, revolver, pistola e coltello. Anche Paolo era armato, e i cani che seguivano latrando gaiamente, davano l’illusione di una partita da caccia.

In realtà Paolo sapeva che v’erano dei cinghiali nel bosco, e la giornata poteva benissimo terminare con la caccia.

Le signorine precedevano: i signori seguivano, ragionando fra loro.

Caterina era di cattivo umore, perchè si vergognava di andar in groppa, e Anna invece sorideva, ammirando col suo istintivo gusto di artista, i radiosi miraggi del mattino. Ogni tanto le sembrava di riconoscere i luoghi ove era passata quattro anni prima.

— Ma guardate! — esclamò ad un tratto.