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62 la vita in famiglia

sparivano negli angoli della casa, vagando silenziosamente come anime dannate, senza trovar pace, e Anna sdraiata sotto il pergolato e sopra una tavola, stava immobile, a occhi chiusi, come un corpo morto, uccisa da una misteriosa stanchezza.

Sebastiano usciva a cavallo, la mattina per tempo, e tornava di notte. Allora un alito più fresco di vita pareva sfiorasse l’anima dei piccoli, ed anche dei grandi. Nel cortile rinfrescato la luna projettava una luminosità tenue, bianca, tutte le porte e le finestre erano spalancate al fresco, e Caterina gettava piccole grida di gioia.

Il cavallo scalpitava sul selciato della corte e Sebastiano andava a lavarsi il volto abbronzato dalla polvere e dal sole, nell’acqua del pozzo. Il segreto della sottile allegria venuta col ritorno di Sebastiano stava nei cestelli di canna messi dentro la piccola bisaccia bianca a fiorami rossi. Perchè Sebastiano li riportava sempre pieni delle prime frutta. Albicocche e susine, fichi, more bianche, e persino i primi grappoli d’uva. Si faceva la raccolta delle