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capo d’anno | 227 |
tempo si rimetteva sarebbe partito lui. E molte speranze stavano in queste parole.
Verso le otto arrivò Gonario. Cesario, per etichetta, era andato a prenderlo.
Gonario si sbarazzò del soprabito e lo diede a Lucia; dopo salutò con semplicità Caterina, accorsa alla sua voce.
Entrò Paolo Velèna.
— Buona notte, — disse Gonario stringendogli la mano. Uno sguardo rapido passò fra i due; e fu tutto.
Gonario non chiese di Sebastiano, non si meravigliò di non vederlo; sapeva ch’era lontano.
— Siediti qui, — disse Maria additandogli il miglior posto. Gonario sapeva l’ordine con cui i Velèna si sedevano a tavola, quindi, per non spostare nessuno sedette al posto di Sebastiano — al cui fianco stava sempre Caterina — e disse disinvolto:
— Non facciamo complimenti; siedo qui.
Una nuvola passò negli occhi di Maria, ma soltanto Anna se ne accorse, benchè intenta a far sedere Nennele ed a legargli il tovagliolo intorno al collo.