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capo d’anno | 225 |
Nennele e Antonino entrarono silenziosamente nella stanza da pranzo; il primo, benchè fosse un ghiottone, non pareva commosso all’idea della cena di lusso: anzi era triste e pensieroso. Trascinò una sedia vicino al braciere e si sedette prendendosi in grembo il gatto che miagolò.
— Sta zitto, Pulcherio, — mormorò con tristezza Nennele, lisciandogli la schiena. E guardò Antonino, per fargli una domanda, ma non ne ebbe il coraggio.
Antonino staccava l’ultimo foglietto del calendario e leggeva l’ultima commemorazione dell’anno, forse con pensieri profondi e filosofici.
— Antonino.... — mormorò Nennele.
In quella l’uscio si apri ed entrò Lucia con un piatto che depose sulla tavola. Dall’uscio spalancato penetrò un odore di arrosto, e Nennele vide l’ombra di sua madre nel bagliore del camino acceso, e Anna che stava seduta in un cantuccio.
— Lucia, — disse allora a voce bassa, — è vero che Sebastiano non tornerà più?...