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202 il sacrifizio

il cappotto. — Piglierò la chiave. È tornato Cesario?

— No, ma anch’esso ha le chiavi.

Arrivato alla porta si volse e disse:

— Non hai altro da dirmi, Annì?

— No, — ella rispose, col libro sotto il braccio e col lume in mano, avviandosi verso la scala.

Sebastiano uscì; era una fuga che compieva perchè si sentiva vincere dal desiderio di dichiararsi ad Anna e dirle:

— Vedi che per te io comprometto persino l’avvenire della mia prediletta Caterina.... per te.... per risparmiarti un dispiacere.... per punire colui che ti ha fatto soffrire....

Quando fu sulla via, spinto dal vento che sollevava le falde scarlatte del suo cappotto, Sebastiano ebbe fra sè come un riso stridente e disperato.

— Possibile, — si disse, — che io debba sempre soffrire? Cosa ha in sè questa ragazza che mi fa soffrire così? Se fosse stata un’altra, allorchè mi disse di dubitare sulla mia parola, l’avrei ingiuriata e invece.... a lei ho dato anzi