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Eafpada diquaffu montaglia infretta / ne tardo mai alparer dicolui che dcfiandoocemendo lafpetta Ma rivolgiti ornai muerfo altrui che affai inluftri fpiriti uedrai fé comio dico lafpetto redui Comalei piacque Hocchi dirizzai et uidi cento fperule ebenfemf più fabelliuan conmutui rai Io ftaua come quei chenfe ripreme lapunta deldifio et non fatenta didomandar fi deltroppo fiteme Et lamaggiore et lapiu luculenta diquelle margherite inanzi feffi per&r dife lamia uoglia contenta Poi dentro allei udi fetu uedeffi comio lacanta che tranoi arde Iituoi concepii farebbono exprefTi Ma per che tu affettando non tarde ala Ito fine io tifaro rifpofta ^ pur alpenfier diche fia riguarde Quel monte acui caffino e nelacofta fu frequentato già in fu lacima dalagente ingannata et mal difpofta Et quel fonio che fu inportai prima lonome dicolui ebenterra aduffe Iauetita che tanto cifoblima Et tanta gratia foura me riluffe chio ritraili leuille arcuftanti da lempio colto che! mondo fèduifc