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Onde latraccia uoftra e fuor dirada CANTO. VIIII. Ocre paria madonna cuniza diromanno antidicendo alcuna coGi delamarca ditreuigio - Etparla folco dimarfi Iia che fu uefcouo deiTa DA poi che cario tuo bc I la clemenza mebbe chiarato minarro linganni cke riceuer douea lafua femenza (Vladiiie taci et Iafcia muouer Iianni fi cbio non pofìo dir fenon che pianto iufto uerra diretro auoftri danni Et già la u irta diquel lume fanto nuolta fera alfol chella riempie come quel ben caogin cofa e tanto Ay anime ingannateet fatture empie che di fi fatto ben torcete icolli drizzando inuanita leuoftre tempie Et ecco unaltro diquel fplendori uerme Qfece elmio uoler piacermi figmficaua nclcbiarir difori Eiocchi dibeatrice cheran fermi foura me come pria dicaro aifenfo almio difio certificato fermi De metti almio difio torto compenfo beato fpirto diiTio et fanmi proua che poifa inte reflettar quel chi penfo Onde laluce chemera ancor noua del Tuo profondo ondella pria cantaua Seguente come acui diben far gioua
