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Al Signor Tommaso Hollis

membro della Società Reale e della Società degli Antiquari


Egli è una assai comune opinione tra i Francesi, che sotto il felice loro cielo sia nata e cresciuta ogni cosa bella, e quasi che stimino perduta opera e vana il cercare più là. I vostri compatrioti al contrario, valoroso Signor mio, per accrescere il comune patrimonio delle arti e delle scienze, cercano ogni più remoto angolo del globo. E non contenti di aver corso gli ultimi confini dell'Europa, l'Asia minore e l'Egitto per visitare e quasi raccogliere le preziose reliquie dell'antichità, hanno penetrato il più addentro che è stato possibile nell'imperio della Cina affine di recarne nuove ricchezze anche nell'arte dello edificar le case e del piantare i giardini. Quello che facevano i Romani in ordine ai modi di combattere e alle armi, che cambiavano bene spesso con quelle delle nazioni da esso loro vinte e mescolavano colle proprie, quel medesimo fanno ora gl'Inglesi colle arti e colle scienze delle nazioni le quali hanno vinte in certa maniera col traffico. Ma ogni ragione d'arti, sieno utili o aggradevoli alla società civile, che fioriscono quale in questa, quale in quell'altra parte del mondo, le ha oggimai raccolte tutte nel suo seno l'Accademia che da esse prende il nome, fondata novellamente in Londra. Quelle efficacemente ella protegge, quelle nudrisce del continuo, quelle con premi veramente regi promove ed eccita a metter frutti e fiori; onde ha già ricevuto nuovi comodi e ornamenti la Inghilterra. In cotal guisa il bel vostro paese diviene l'emporio e il centro del mondo. Ed ora si scorgerà verificarsi più che mai, che incominciando dalla teoria delle comete, e venendo alla costruzione dello aratolo, noi siamo quasi che di ogni cosa debitori alla rettitudine ed alla instancabilità del pensare de' vostri compatrioti. A tal nobile Accademia, a cui con tanto onor