Sovra un vapor, cui non avvien che rube
La notte i rai, s’alzò; ma in un momento 375Le ginocchia piegò su l’aurea nube.
Nè il Duce ad imitar l’Angel fu lento,
Ch’ei pur curvolle, e seco lui me trasse 378Gridando: Ecco d’Amor l’alto portento.
Se a te il celato Dio parve che stasse
Nell’Austral Tempio, tal di sè fe’ mostra, 381Che a te la pugna onde nascea svelasse.
Or egli appar presso l’eterea chiostra;
Non ch’abbia d’uopo uscirne armato fuora, 384Che al sol suo cenno ogni Guerrier si prostra;
Ma perchè dentro il velo, ov’ ei dimora
Amando altrui lo mostri Amore offeso, 387Tu quel che vedi, e quel che ascolti adora.
Disse, e nel ciel languidamente acceso
Un leggiadro color d’iride smorta 390Dall’Austro sorse oltre all’aurora steso;
E là, dove il sol apre al dì la porta,
Innumerabil turba eletta apparse 393Di regal fregio d’oro al crine attorta,
Che in atto di adorar gli aurati sparse
Serti davante ad un Garzon celeste, 396Che in immenso chiaror rifulse ed arse.
Non l’arco avea, nè le quadrella infeste,
D’un altro Amor grande ornamento e triste; 399Non l’ali di sottil piuma conteste;
Ma un lume rotto in folgoranti liste,
Che in forma d’ali al tergo suo riluce. 402Fiamme stringea una man di fulmin miste,
E l’altra, ch’oltre al capo egli conduce,
La redentrice alzava Ostia fra un nembo 405Di strisce no, di vortici di luce.