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132 VITA DI VITTORIO ALFIERI

[1767] Una delle ragioniche mi aveano fatto desiderare maggiormente la Francia, si era di poterne seguitataniente godere il teatro. Io avea veduto due anni prima in Torino una coinpagniar di comici Francesi, e per tiitta un estate l’aveva assiduamente praticata; onde molte delle principali tragedie, e quasi tutte le più celebri commedie,mi erano note. Io debbo però dire pel vero, che si in Torino che in Francia; si in quel primo viaggio, come nel secondo fattovi due anni e più dopo; non mi cadde mai nell’animo, nè in pensiero pure, ch’io volessi o potessi mai scrivere delhe composizioni teatrali. Onde io ascoltava le altrui con attenzione si, ma senza intenzione nessuna; e, ch’tì più, senza sentirmi nessunissimo impulso al creare: anzi sul totale mi divertiva assai più la commedia, di quello che mi toccasse la tragedia, ancorché per natura mia fossi tanto più inclinato al pianto che al riso. Riflettendovi poi in appresso, mi parve che Tuna delle principali ragioni di questa mia indifferenza per la tragedia, nascesse dall’esservi in quasi tutte le tragedie Francesi delle scene intere, e spesso anche degli atti, che dando luogo a personaggi secondar] mi raffreddavano la mente ed il cuore assaissimo, allungando senza