«Patria nostra oppressata1
«Acquistar libertà contro gl’ingiusti
«Assalitor vetusti
«Nostra virtù poteo;
«Ciò che a noi desti allor, ti rendiam ora:
«Ogni tuo don che noi più di noi feo,
«Riprendi, aduna e il tuo campion ne onora.»
Sì disser quelli: e Libertà togliea
Dell’uno il fero brando;
Dell’altro l’ampio impenetrabil scudo:
Qual di sublime gioia lagrimando
Suo ardire a lei rendea:
Qual del sagace antiveder fea nudo;
Qual del non troppo crudo
Contro a’ tiranni mai sdegno feroce;
Qual del pronto eseguir; qual del gran senno
Che usare i duci denno;
Qual della marzïal tonante voce,
Che all’assalir veloce
Anco sforza il codardo.
Così, poich’ella i pregi tanti ottenne,
Tutti velò del pregio di quel tardo
Ma invitto che Anniballe a bada tenne.
Oh come ratte l’ali al vol dispiega
Di sua nobile preda
Lieta la Diva, oltre ogni dir splendente!
Giunta è già donde mai non fia che rieda,
Là dove in forte lega
Stanno valor, costanza, ed innocente
Costume, e voglia ardente
Di morir mille volte anzi che sola
Una servire. Al capitan che in pregio
Ivi sovr’ogni egregio
Stassi, mentr’egli ad ogni onor s’invola
Sotto modesta stola,