O dolce mio pensier, sola mia cura,
Per cui soffrire ogni più rio tormento,
E perfin morte io stimerei ventura;
Per cui più grato ho il sospirare al vento,
Che ad altra in braccio l’amorosa arsura
Temprar, qual suole ogni amator contento:
Deh! tu pietosa ascolta i detti miei.
Sallo Amor, se sian veri, e il san gli Dei.
Il mio temer per te, donna, a te spiace?
Ma, poss’io, non temendo, amar davvero?
«A tutte voglie d’un vecchio rapace»
Inquïeto villan maligno e fero,
Candidetta colomba esposta giace,
Nè da sue inique man ritrarla io spero:
Tale è pur troppo il tuo dolente stato;
Degg’io vederlo, e non parer turbato?
Fresca vermiglia mattutina rosa,
Dal suo cespo felice or dianzi tolta,
Che l’aria fa di se tutta odorosa,
E beata la mano che l’ha colta;
Chi può non pianger, nel vederla ascosa
Entro a rio lezzo fetido sepolta?
Chi può veder così d’amore il regno
Sconvolto tutto, e rattener suo sdegno?