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e leal figlio. Or l’avvenir concedi

a Dio, cui spetta: ed il tuo cor frattanto
contro Dio, contro il ver, deh! non s’induri.
Se in Samuél non favellava un Nume,
come, con semplice atto, infermo un veglio,
giá del sepolcro a mezzo, oprar potea
tanto per David mai? Quel misto ignoto
d’odio e rispetto, che per David senti;
quel palpitar della battaglia al nome,
(timor da te non conosciuto in pria)
donde ti vien, Saulle? Havvi possanza
d’uom, che a ciò basti?...
Saul   Oh! che favelli? figlio
di Saúl tu? — Nulla a te cal del trono? —
Ma, il crudel dritto di chi ’l tien, nol sai?
Spenta mia casa, e da radice svelta
fia da colui, che usurperá il mio scettro.
I tuoi fratelli, i figli tuoi, tu stesso...
non rimarrá della mia stirpe nullo...
O ria di regno insazíabil sete,
che non fai tu? Per aver regno, uccide
il fratello il fratel; la madre i figli;
la consorte il marito; il figlio il padre...
Seggio è di sangue, e d’empietade, il trono.
Gion. Scudo havvi d’uom contro al celeste brando?
Non le minacce, i preghi allentar ponno
l’ira di Dio terribil, che il superbo
rompe, e su l’umil lieve lieve passa.


SCENA QUARTA

Saul, Gionata, Abner, Achimelech, Soldati.

Abner Re, s’io ti torno innante, anzi che rivi

scorran per me dell’inimico sangue,
alta cagione a ciò mi sforza. Il prode