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374 parere dell’autore

primo l’impulso a quella sí splendida libertá, da cui ne dovrá poscia ridondare il maggior popolo che siasi mai mostrato nel mondo, la romana repubblica.

Mamilio, è un ambasciator di tiranno; vile, doppio, presuntuoso, ed astuto; qual esser dovea.

Questa tragedia mi pare ben condotta in tutto, fuorché nel modo, con cui s’inducono i giovani a sottoscrivere il foglio. Questo incidente è difficilissimo a ben graduarsi; non mi appaga quasi niente come egli sta, eppure non lo saprei condurre altrimenti: ma non posso giá io per ciò né difenderlo, né lodarlo.

Molte delle cose anzidette circa il soggetto di Bruto primo, mi vagliano anche dette per Bruto secondo. Corre però fra le due tragedie questa estrema differenza, che nella prima gli affetti paterni vi fanno veramente (e debbono farvelo) un naturale e caldissimo contrasto con gli affetti di libertá, essendo Giunio Bruto un vero legittimo padre di figli per se stessi fino a quel punto incontaminati; in vece che l’amor filiale di Marco Bruto per quel Cesare, il quale o non gli è vero padre, o illegittimamente lo è, e che di molte reitá giustamente gli par maculato, mi è sembrato sempre uno incidente posticcio, e sí dagli storici che dai poeti, intromesso in questo soggetto, piú per accattarvi il maraviglioso, che per seguire la verisimile traccia degli affetti naturali. Ed in fatti, Marco Bruto che si viene a chiarir figlio di Cesare, appunto in quell’istesso giorno in cui egli ha risoluto di ucciderlo; Marco Bruto, che fino a quel giorno avea, e con ragione, abborrito in Cesare il tiranno della patria comune; non può certamente tutto ad un tratto venirlo ad amar come padre. Onde questo filiale amore, che nascer non può come un fungo, essendo debolissimo in Bruto, non dee mai cagionare nel di lui cuore quel feroce contrasto di passioni con l’amore di libertá piú antico, piú radicato, e piú giusto, di cui era invaso l’animo tutto di Bruto: e da questo solo urto di contrarie passioni può ridondarne il tragico vero. E Cesare parimente, bench’egli da gran tempo sapesse di essere il padre di Bruto, non glie lo avendo manifestato pur mai fino ad ora, ed avendo occupatissimo l’animo, il cuore, e la mente da tutt’altra cosa che dall’amore di padre, egli con pochissima veri-