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atto terzo 29
invido, ch’Abner, poich’ei val cotanto?

Ottimo, ovunque io ’l miri, è il tuo disegno.
Gionata ed io, di quá, verso la tenda
di Saúl schiereremci; oltre, ver l’orsa,
Us passerá; Sadóc, con scelti mille,
salirá il giogo; e tu, coi piú, terrai
della battaglia il corpo.
Abner   A te si aspetta;
loco è primiero.
David   E te perciò vi pongo. —
Ascende il sole ancora: il tutto in punto
terrai tu intanto; ma non s’odan trombe,
fin che al giorno quattr’ore avanzin sole.
Spira un ponente impetuoso, il senti;
il sol negli occhi, e la sospinta polve,
anco per noi combatteran da sera.
Abner Ben dici.
David   Or, va; comanda: e a te con basse
arti di corte, che ignorar dovresti,
pregio non tor di capitan, cui merti.


SCENA SECONDA

David.

Astuto è l’ordin della pugna, ed alto. —

Ma, il provveder di capitan, che giova,
s’ei de’ soldati il cor non ha? Ciò solo
ad Abner manca; e a me il concede Iddio.
Oggi si vinca, e al dí novel si lasci
un’altra volta il re; ch’esser non puote
per me mai pace al fianco suo... Che dico?
Nuova palma or mi fia nuovo delitto.