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342 parere dell’autore


L’arte di dedurre le scene, e gli atti, l’uno dall’altro, a parer mio, è stata quí condotta dall’autore a quel tal grado di bontá, di cui egli mai potesse riuscire capace. Ed in molte altre egli è bensí tornato indietro alle volte, ma in tal parte egli non ha mai ecceduto la saggia economia della presente tragedia.

Questa azione tragica non ha altro motore, non sviluppa né ammette altra passione, che una implacabil vendetta. Ma, essendo la vendetta passione (benché per natura fortissima) molto indebolita nelle nazioni incivilite, ella viene anche tacciata di passion vile, e se ne sogliono biasimare e veder con ribrezzo gli effetti. È vero altresí, che quando ella è giusta, quando l’offesa ricevuta è atrocissima, quando le persone e circostanze son tali, che nessuna umana legge può risarcire l’offeso, e punir l’offensore, la vendetta allora, sotto i nomi di guerra, d’invasione, di congiura, di duello, o altri simili, a nobilitarsi perviene, e ad ingannare le menti nostre, a segno di farsi non solo sopportare, ma di acquistarsi maraviglia e sublimitá. Tale, s’io non m’inganno, deve esser questa; ed a voler mettere l’Oreste in palco nel suo piú favorevole aspetto, credo che bisognerebbe presentarlo allo stesso uditorio la sera consecutiva dell’Agamennone: che queste due tragedie si collegano insieme ancora piú strettamenta che il Polinice e l’Antigone; le quali due riceverebbero pure un notabil vantaggio dal seguitarsi anche nella recita: colla differenza tuttavia, che l’Antigone scapiterebbe alquanto dopo il Polinice, in vece che l’Oreste crescerebbe dopo l’Agamennone; e a tal segno forse crescerebbe, che se si volesse alternare, l’Agamennone dopo l’Oreste verrebbe anche a piacere assai meno di prima. Da questa prefazioncella, essendomi giá io svelato forse troppo nell’approvare il mio Oreste, e poco vedendovi da biasimare, debbo per legge di proprietá brevissimamente parlarne.

Oreste è caldo, a parer mio, in sublime grado; e questo suo ardente carattere, aggiunto ai pericoli ch’egli affronta, può molto diminuire in lui l’atrocitá e la freddezza di una meditata vendetta. Ma pure gli si potrá, ed anche con qualche apparente ragione, opporre, che tanta rabbia e animositá contra Egisto per una offesa fatta dieci anni prima al suo padre, e quando egli non era che in