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244 mirra
senza di te? Ben di Peréo tu poscia

irne al padre dovrai; ma intanto pria
lieta con noi quí lungamente ancora....
Mirra E s’io quí lieta esser per or non posso,
vorreste voi quí pria morta vedermi,
che felice sapermi in stranio lido? —
Tosto, piú o meno, il mio destin mi chiama
nella reggia d’Epíro: ivi pur debbo
con Peréo dimorarmi. A voi ritorno
faremo un dí, quando il paterno scettro
Peréo terrá. Di molti figli e cari
me lieta madre rivedrete in Cipro,
se il concedono i Numi: e, qual piú a grado
a voi sará tra i figli miei, sostegno
vel lasceremo ai vostri anni canuti.
Cosí a questo bel regno erede avrete
del sangue vostro; poiché a voi negato
prole han finor del miglior sesso i Numi.
Voi primi allor benedirete il giorno,
che partir mi lasciaste. — Al sol novello,
deh! concedete, che le vele ai venti
meco Peréo dispieghi. Io sento in cuore
certo un presagio funesto, che dove
il partir mi neghiate, (ahi lassa!) io preda
in questa reggia infausta oggi rimango
d’una invincibil sconosciuta possa:
che a voi per sempre io sto per esser tolta...
Deh! voi pietosi; o al mio presagio fero
crediate; o, all’egra fantasia dolente
cedendo, secondar piacciavi il mio
errore. La mia vita, il mio destino,
ed anco (oh cielo! io fremo) il destin vostro;
dal mio partir, tutto, purtroppo! or pende.
Cecri Oh figlia!...
Ciniro   Oimè!... Tremar ci fan tuoi detti...
Ma pur, quanto a te piace, appien si faccia.