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atto secondo | 19 |
SCENA SECONDA
Gionata, Micol, Saul, Abner.
Micol E sia col padre Iddio.
Saul ... Meco è sempre il dolore. — Io men sorgea
oggi, pria dell’usato, in lieta speme...
Ma, giá sparí, qual del deserto nebbia,
ogni mia speme. — Omai che giova, o figlio,
protrar la pugna? Il paventar la rotta,
peggio è che averla; ed abbiasi una volta.
Oggi si pugni, io ’l voglio.
Gion. Oggi si vinca.
Speme, o padre, ripiglia: in te non scese
speranza mai con piú ragione. Il volto
deh! rasserena: io la vittoria ho in core.
Di nemici cadaveri coperto
fia questo campo; ai predatori alati
noi lasceremo orribil esca...
Micol A stanza
piú queta, o padre, entro tua reggia, in breve,
noi torneremo. Infra tue palme assiso,
lieto tu allor, tua desolata figlia
tornare a vita anco vorrai, lo sposo
rendendole...
Saul ...Ma che? tu mai dal pianto
non cessi? Or questi i dolci oggetti sono
che rinverdir denno a Saúl la stanca
mente appassita? Al mio dolor sollievo
sei tu cosí? Figlia del pianto, vanne;
esci; lasciami, scostati.
Micol Me lassa!...
Tu non vorresti, o padre, ch’io piangessi?...
Padre, e chi l’alma in lagrime sepolta
mi tiene or, se non tu?...