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242 mirra
non narrabili angosce. — Da che ferma,

Peréo scegliendo, ebbi mia sorte io stessa,
meno affannosa rimaner mi parve,
da prima, è ver; ma, quanto poi piú il giorno
del nodo indissolubil si appressava,
vie piú forti le smanie entro al mio cuore
ridestavansi; a tal, ch’io ben tre volte
pregarvi osai di allontanarlo. In questi
indugj io pur mi racquetava alquanto;
ma, col scemar del tempo, ricrescea
di mie Furie la rabbia. Oggi son elle,
con mia somma vergogna e dolor sommo,
giunte al lor colmo al fin: ma sento anch’oggi,
che nel mio petto di lor possa han fatto
l’ultima prova. Oggi a Peréo son io
sposa, o questo esser demmi il giorno estremo.
Cecri Che sento?... Oh figlia!... E alle ferali nozze
ostinarti tu vuoi?...
Ciniro   No, mai non fia.
Peréo non ami; e mal tuo grado, indarno,
vuoi darti a lui...
Mirra   Deh! non mi torre ad esso;
o dammi tosto a morte... È ver, ch’io, forse,
quanto egli me, non l’amo;... e ciò, neppure
io ben mel so... Credi, ch’io assai lo estimo;
e che null’uomo avrá mia destra al mondo,
s’egli non l’ha. Caro al mio core, io spero,
Peréo sará, quanto il debb’esser; seco
vivendo io fida e indivisibil sempre,
egli in me pace, io spero, egli in me gioja
tornar fará: cara, e felice forse,
un giorno ancor mi fia la vita. Ah! s’io
finor non l’amo al par ch’ei merta, è colpa
non di me, del mio stato; in cui me stessa
prima abborrisco... Io l’ho pur scelto: ed ora,
io di nuovo lo scelgo: io bramo, io chieggo