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atto terzo | 191 |
Tito Eppur, giá giá si appressa
la notte, e ancor coi loro prodi in Roma
né Collatin, né il padre, tornar veggio:
ito ai Tarquinj è di costui giá il messo:
stretti noi siam per ogni parte: almeno
per or ci è forza il re placare...
Mamil. È tarda
l’ora omai; risolvete: è vano il trarvi
da me in disparte. Ove in mio pro vogliate,
o (per piú vero dire) in util vostro
ove adoprarvi ora vogliate, il meglio
fia il piú tosto. Firmate; eccovi il foglio.
Me, di tai nomi ricco, uscir di Roma
tosto farete, affin che tosto in Roma
rieda la pace.
Tito Il ciel ne attesto; ei legge
nel cor mio puro; ei sa, che a ciò mi sforza
solo il bene di tutti.
Tiberio Oh ciel! Che fai?...
Tito Ecco il mio nome.
Tiberio — E sia, se il vuoi. — Firmato,
ecco, o Mamilio, il mio.
Mamil. Contento io parto.
Tito Scortalo dunque tu; mentr’io...
SCENA TERZA
Littori, Collatino con numerosi soldati,
Tito, Mamilio, Tiberio.
Ancor Mamilio in Roma?
Tiberio Oh cielo!...
Tito Oh vista!
Oh fero inciampo!