voce favella; e non a me. Sublime
annunziator di regj cenni, ai padri,
alla plebe gli esponi: in un con gli altri,
Bruto anch’egli ti ascolta.
Popolo A tutti parla;
e udrai di tutti la risposta, in brevi
detti, per bocca del gran consol Bruto.
Vero interprete nostro egli è, sol degno
di appalesar nostr’alme. Or via, favella;
e sia breve il tuo dire: aperto e intero
sará il risponder nostro.
Bruto Udisti?
Mamil. Io tremo.
— Tarquinio re...
Popolo Di Roma no.
Mamil. — Di Roma
Tarquinio amico, e padre...
Popolo Egli è di Sesto
l’infame padre, e non di noi...
Bruto Vi piaccia,
quai che sian i suoi detti, udirlo in pieno
dignitoso silenzio.
Mamil. — A voi pur dianzi
venía Tarquinio, al primo udir che Roma
tumultuava; e inerme, e solo ei quasi,
securo appien nella innocenza sua,
e nella vostra lealtá, veniva:
ma il respingeano l’armi. Indi ei m’invia
messaggero di pace; e per me chiede,
qual è il delitto, onde appo voi sí reo,
a perder abbia oggi ei di Roma il trono
a lui da voi concesso...
Popolo Oh rabbia! Oh ardire!
Spenta è Lucrezia, e del delitto ei chiede?...
Mamil. Fu Sesto il reo, non egli...
Tiberio E Sesto, al fianco