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ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Sofonisba.

Misera me! che mai sará? qual chiude

feroce arcano or Massinissa in petto?
Che mai gli disse il reo Scipione? Ah! sempre,
sempre il previdi, che fatale a entrambi
questo campo sarebbe. — Oh Massinissa!...
Or, di pianto pietoso pregni gli occhi,
me stai mirando, e favellar non m’osi...
Or, con tremanti ed interrotti accenti,
tua pur mi chiami: or, disperati e biechi
ferocemente asciutti gli occhi torci
da me sdegnoso; e su la ignuda terra
ti prostendi anelante; e sole invochi
con grida orrende le furie infernali...
Ah! nel mio petto le tue furie istesse
trasfuse hai giá. — Presagio in cor di quanto
minaccia a noi questo Scipione, io l’ebbi:
tutto antivedo; e in un, di nulla io temo.
Or ch’ei, qual debbe, aperto emmi nemico,
or io Scipion vo’ udire, e far ch’egli oda
di Sofonisba i sensi... Ma, chi veggo
venir ver me? Fors’io vaneggio?... Oh cielo!
Vivo Siface?... in questo campo?... Oh vista!