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ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Ottavia, Seneca.

Ottav. Vieni, o Seneca, vieni; almen ch’io pianga

con te: niun con chi piangere mi resta.
Seneca Donna, e fia ver? mentita accusa infame...
Ottav. Tutto aspettava io da Neron, men questo
ultimo oltraggio; e sol quest’uno avanza
ogni mia sofferenza.
Seneca   Or, chi mai vide
insania in un sí obbrobriosa, e stolta?
Tu vivo specchio d’innocenza e fede,
tu pieghevole, tenera, modesta,
e ancor che stata di Nerone al fianco,
pure incorrotta sempre; e a te fia tolta
or tua fama cosí! non fia, no; spero.
Io vivo ancora, io testimonio vivo
di tua virtú; spender mia voce estrema
in gridarti innocente udrammi Roma:
chi fia sí duro, che pietá non n’abbia?
Deh! non mi dir (che mal può dirsi) or quanta
sia l’amarezza del tuo pianto: io tutto
sento e divido il dolor tuo...
Ottav.   Ma invano
tu speri. Nulla avermi tolto estima