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72 ottavia
temo, che il trarlo a obbrobríosa luce...

Tigel. L’infamia è di chi ’l fece.
Ner.   È ver...
Tigel.   Sua taccia
abbia ognun dunque: ella di rea; di giusto
tu, che senza tuo danno esserlo puoi.
Ner. — Ben parli. In ciò, senza indugiar, ti adopra.


SCENA QUARTA

Seneca, Nerone, Tigellino.

Seneca Signor, giá il piè nella regal tua soglia

pone Ottavia: se infausta, o lieta nuova
io ti rechi, non so. Me non precorre
invido niun di tale onore: a tristo
augurio il tengo.
Ner.   Or, Tigellino, vanne;
miei comandi eseguisci: — e tu, ricalca
l’orme tue stesse; Ottavia incontra, e dille,
ch’io solo quí sola l’aspetto.


SCENA QUINTA

Nerone.

  È rea

Ottavia assai; qual dubbio v’ha? sol duolmi
che a convincerla primo io non pensai.
E fia pur ver, ch’altri ad apprender abbia
mezzi a Neron per atterrar nemico? —
Ma presso è il giorno, ove, a disfar chi abborro,
non fia mestier che dal mio soglio un cenno.