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atto quarto | 393 |
SCENA SESTA
Garzia, Piero.
su le soglie di morte?
Piero Il fratel tuo,
Piero...
Garzia Il figlio di Cosmo?
Piero E tu, nol sei?
Garzia Io ’l sono,... or sí;... che un traditor son io.
Piero Ucciso l’hai?
Garzia Nol vedi? agli atti,... ai passi,...
alla tremante voce,... al terror nuovo...
che il cor mi scuote?...
Piero Io ti compiansi pria,
ed or vie piú. — Ma, la tua Giulia hai salva.
Garzia Oh ciel! chi sa, se il padre?...
Piero A lui men volo.
Giulia in salvo fia tosto, ov’io gli arrechi
prova che cadde per tua man Salviati.
Garzia Prova? ecco il ferro; ei gronda ancor di caldo
sangue. Va, il reca... Oimè!... se mai la figlia
il vede,... oh ciel!...
Piero Ma, certo sei, che il colpo?...
Cadde al primier? nulla parlò?...
Garzia Ch’ei viva,
temi tu ancora? o udir da me ti giova,
a riempirti di malnata gioja,
tutto, quant’era, il tradimento atroce?
Far ti vo’ pago: e il narrerai tu al padre. —
Entrato appena nella grotta, io sento,
e veder parmi brancolar Salviati,
che mi precede: io per ferirlo innalzo
tosto il braccio; ma il braccio mi ricade...
Giá giá ritorco il piè; ma un flebil grido