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392 don garzia
Giulia in salvo a gran fretta...

Eleon.   In salvo? E crede
Cosmo ai semplici detti? Ei quí l’ucciso
veder vorrá, cogli occhi suoi. Deh! figlio,
duolmi a mal’opra spingerti;... eppur,... pensa...
Garzia Dunque impossibil fia Giulia?...
Eleon.   Non oso
il tutto dirti;... eppur, s’io il taccio...
Garzia   Ah! parla:
misero me! tremar mi fai.
Eleon.   Mentr’io
a te favello,... il genitor tuo stesso...
tiene in alto un pugnal sovra il tremante
seno di Giulia...
Garzia   Oh fera vista! Arresta,
deh! padre, il braccio; io svenerollo;... io tosto
riedo;... sospendi; or mi vedrai di sangue
bagnato tutto... Ov’è il mio ferro?... il ferro?...
Eccolo; io corro. Oh ciel!... deh! padre; io volo.


SCENA QUINTA

Piero.

O di virtú caldo amator, tu corri,

tu pur per l’empia via, che all’util tragge.
Se tu mentivi il sangue nostro, ell’era
gran maraviglia, al certo. — Or vanne; immergi,
tu pure il ferro a un innocente in petto. —
Che n’accadrá? Nol so: ma, sia qual vuolsi
l’esito, ognor l’inestricabil nodo,
cui caso ed arte han raggruppato, il solo
ferro può sciorlo. — Udiam... Ma che? giá sento
Garzía tornar? tosto ei ritorna: oh! fosse
pentito pria?... Non è, non è; ch’io il veggio
venir com’uom, cui suo misfatto incalza.