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atto quarto 389
Pur, ciò ch’io dico è poco: appien convinto

den farti i proprj orecchi tuoi: vo’ tutto
farti veder con gli occhi tuoi.
Diego   Ma quale,
qual empio è costui dunque? Il dí, che il padre
i passati delitti a lui perdona,
si accinge a nuovi? — A gran rovina ei corre.
Piero Ma pria vi spinge noi. Salviati (il sai)
abborre te, non men che il padre. Appena
detto Garzía gli avrá, che tu primiero
di trucidarlo a Cosmo consigliasti,
ch’ei... Tremo in dirlo... Ardon di rabbia entrambi.
Al mal voler l’arte si aggiunge; il tempo
fassi opportuno anco alle insidie:... e starti
vuoi negghitoso? E statti: al padre io volo;
segua che puote. — Ad ovviar piú danno,
a procacciar scampo a noi tutti, io il mezzo
trovo; e tu il nieghi? a ciò proveggia il padre.
Ei testimon del tradimento infame
meco verranne.
Diego   Ah! no, nol far: deh! pensa,
ch’uom non può farsi accusator giammai,
s’ei pur del reo non tien peggior se stesso.
Qual fren vuoi tu, che al traditore io ponga?
Parla, il farò.
Piero   Tutto ascoltar dei pria:
sottrarsi poscia a note insidie, è lieve.
Senza frappor l’autoritá del padre,
quando convinto abbi Garzía, tenerlo
a fren tu sol, col tuo valore il puoi;
d’util timor tu riempirgli il core;
tu ricondurlo al buon sentier fors’anco. —
Deh! va; giá l’ora è giunta: entro la cieca
grotta or t’ascondi; e inaspettate cose
ivi entro udrai.
Diego   Tu mi v’astringi: io cedo,