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atto terzo 379
tutto volli: — ma, il tutto a me non narri.

Giulia è il minor de’ tradimenti tuoi.
Garzia Che ascolto? Oh ciel! creder dovea verace
mai la bontade in te?
Cosimo   Mai nol dovevi,
di te pensando; mai. L’animo tuo
ben sai tu appien; tu, traditore. — Io ’l modo
dianzi cercava, onde quell’empio torre
dagli occhi miei: fortuna, ecco, mel reca;
e il feritor mi accenna. A me scolparti
di fellonia vuoi tu? vuoi tu, ch’io creda
tuo sol delitto amor? poco ne avanza
di questo dí cadente: al sorger primo
dell’ombre amiche, entro mia reggia venga,
qual giá piú volte ei venne, il rio Salviati,
sconosciuto, di furto; e tu lo invita;
e tu lo scorgi entro all’usata grotta,
in cui sí spesso ei si abboccò giá teco:
e tu, (guai se a me ’l nieghi) entro il suo petto,
lá, questo ferro immergi.
Garzia   Oh cielo!...
Cosimo   Taci.
Tradisti il padre, il tuo signor, te stesso:
l’ammenda è questa. E che? quand’io comando,
resister osi?
Garzia   Ed altra man piú infame
ti manca a ciò?
Cosimo   Scelta ho la tua: ciò basta.
Garzia Perir vo’ pria.
Cosimo   Nol dire: il certo pegno
io tengo in man dell’obbedir tuo pronto. —