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368 don garzia
solo avesse oltraggiato!... Ma, ridirti

ciò non degg’io, che a lui fervido d’ira
sfuggia dal petto: e nol pensava ei forse;
l’ira fa dir ciò che non è, talvolta.
E a me pur, mentr’io pace iva fra loro
ricomponendo, assai pungenti e duri
detti lanciò: ma, non rileva. — Or preme
che tuonar s’oda la paterna voce
sí, che piú non trascorra oltre tal rissa.
Cosimo Dubbio non v’ha; tutto mel dice omai:
Garzía, quell’empio, il suo signore, il padre,
e se stesso, e il suo onor, tradisce a un tempo.
Obliquamente ei nell’offender Diego
punger vuol me: cieca fidanza ei prende
nel cieco amor materno; e al colmo in lui
l’audacia è giunta. Or dianzi, udir voll’io,
s’egli ardirebbe appalesar securo
al mio cospetto i vili affetti iniqui,
ch’ei nutre in cor giá da gran tempo: e ascosi
non mi son, no, quant’ei, stolto, sel crede.
Piero Tu dunque pure il sai, ch’ei di Salviati
celatamente?...
Cosimo   Il so; convinto appieno...
Piero S’è, mal suo grado, ei stesso...
Cosimo   E voi finora
perché il taceste?
Piero   Ei c’è fratello...
Cosimo   E il padre
non son io di voi tutti?
Piero   Io pur sperava,
che al sentier dritto ei tornerebbe; ed oso
sperarlo ancora. In quella etá primiera
noi siam, ben vedi, in cui piú l’uom vaneggia.
Ciascun di noi potria, colto a tai lacci,
reo divenir di un simil fallo.
Cosimo   Ah! farvi