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280 maria stuarda



SCENA SECONDA

Maria.

— Misera me!... Dove son io?... Che debbo,

che far poss’io?... Qual furia oggi l’inspira?...
Onde i sospetti infami?... In che si affida?
Nel mio spregiato amor?... Ma, s’egli imprende?...
Ah! pur ch’ei resti... Ah! s’egli parte, in tutti
odio di me, piú che di se pietade,
ne andrá destando: e sallo il ciel s’io sono
d’altro rea, che d’averlo amato troppo,
e non ben conosciuto. Or, che diranno
gli empj settarj, a calunniarmi avvezzi
da sí gran tempo giá? Possenti assai
fansi ogni dí... Forse a costor si appoggia
l’indegno Arrigo... Ah, d’ogni parte io scorgo
timore, e dubbj, e perigli, ed errori!
Mal fia il risolver; dubitar fia il peggio...


SCENA TERZA

Maria, Botuello.

Maria Botuél, deh! vieni: se al mio fero stato

tu di consiglio or non soccorri, io forse
di precipizio orribile sto all’orlo.
Bot. Da gran tempo vi stai; ma or piú che pria...
Maria E che? tu pur d’Arrigo i sensi?...
Bot.   Io l’opre
d’Arrigo so. Mi udisti mai, regina,
non che del tuo consorte, a te d’altr’uomo
accusatore io mai venirne? Eppure
necessitade oggi a ciò far mi astringe.
Maria Dunque trama si ordisce?...
Bot.   Ordirsi? a fine