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270 maria stuarda
fai risuonar dell’assegnato ostello.

Or sappi, ch’ella ivi albergar pur anco
teco in breve disegna: a un tempo dirti
deggio...
Arrigo   Assai piú che la diversa stanza,
duolmi il veder, che riferita venga
ogni parola mia: pur non m’è nuova
tal cosa. Or va; dille, che s’io tenermi
di ciò non debbo offeso, a me ne fia
se non creduta piú, piú almen gradita,
dalla sua propria bocca la discolpa;
e non per via di nunzio...
Bot.   Ove piú alquanto
benigno a lei l’orecchio tu porgessi,
signor, ben altro di sua bocca udresti:
né scelto io fora messagger: ma, teme
ella, che a te i suoi detti...
Arrigo   Ella co’ detti
spiacermi teme; e in un, coll’opre, il brama.
Bot. T’inganni. Io so quant’ella t’ami; e in prova,
io, benché a te sgradito, io, benché a torto
a te sospetto, or mi addossai di farti
tale un messaggio, che affidarlo ad altri
non vorria la regina: e tal, che udirlo
tu pure il dei; né di sua bocca il puote
Maria spiegar: cosa, che a dirsi è dura,
ma che pur segno ella è d’amor non lieve,
se detta vien, qual me l’impone, in guisa
di amichevol rampogna.
Arrigo   Arbitro vieni
d’ascosi arcani tu? — Ma tu, chi sei?
Bot. ... Poiché obliar vuoi di Dumbár la fuga,
donde, spenti i ribelli, entrambi voi
quí ricondussi in vostro seggio; io sono
tal, ch’or favella, perché il dir gli è imposto.
Arrigo Non mi è l’udirti imposto.