Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. II, 1946 – BEIC 1727862.djvu/246

240 lettera dell’abate cesarotti


Tuttavia, io sempre pronto ad arrendermi alla ragione e alla veritá; e convinto nel rileggere io stesso le mie tragedie, che sul totale elle riuscivano di stile intralciato e stentato, mentre io m’era soltanto proposto di farlo sostenuto e vibrato; e che un tale costante difetto nuoceva loro assai alla lettura, ed anche non poco alla recita; mi sono fermamente determinato di dar loro in una seconda edizione un aspetto in gran parte diverso. Ma innanzi di accingermi a questa dura e spiacevole fatica, null’altro attendo, che di vedere (come cosa per me di somma autoritá, e utile e luminosa per la Italia tutta) uscir di mano del signor Cesarotti un tal saggio di stile tragico; il che nessuno certamente può darmi, quanto l’autore dei versi immortali dell’Ossian.