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NOTE DELL’AUTORE CHE SERVONO DI RISPOSTA

OTTAVIA

Nel concepire il carattere d’Ottavia, mi sono proposto di eccitare per lei piú assai compassione che ammirazione; e mi parve cosa molto atta ed efficace ad ottener tale intento, il farla, per cosí dire, mal suo grado amante ancora di Nerone. Pur troppo accade alle volte in natura di amar persone che non si stimano, e che ci han fatto, e fanno del male; e ciò in Ottavia non ho preteso che sia virtú, ma debolezza; e che ne risultasse da tal debolezza (come giá dissi) non ammirazione, ma compassione somma per lei, odio maggiore per Nerone, e piú mostruositá nel di lui carattere: perché se Ottavia si dimostrasse aspra e risentita, e abborrisse Nerone quanto dovrebbe, piú scusato allora egli sarebbe di averla repudiata, e di perseguitarla fino all’estremo.

Del resto, non mi pare che in Ottavia questo suo amore per Nerone sappia di stupiditá. Ella sa e dice a Nerone stesso ch’egli è l’uccisore del di lei padre e fratello; né si compiace giá ella di questo suo amore, ma bensí se ne rammarica e dispera; e dal contrasto in lei tra ciò che ella sente e ciò che dovrebbe sentire, nasce, a mio parere, l’interesse grande in altrui: perché la compassione umana sempre piú si muove per gl’infelici, che hanno in se debolezza e timore, come conviensi a donna, che per quelli che son forti contro l’avversitá, e risoluti a pigliar generoso partito: questi si ammirano; ma degli altri si piange. Aggiungo inoltre, che l’amore ch’ella conserva per Nerone, la giustifica di tutti i sospetti ed accuse d’altri amori; di cui pure troppo importa il