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224 lettera dell’abate cesarotti


correre ad unirsi cogli altri per incontrare lo stesso destino. Per indurlo a condiscendere d’andar alla corte sarebbe stato, parmi, ottimo pensiero, e il solo efficace, di dirgli che la madre lo attendeva per fuggir con lui dalle mani del tiranno, e che intanto egli andava ad aspettarlo al luogo convenuto. Aggiungo, che la scena fra Echilo e Timoleone è troppo lunga. Appena Timoleone conosce la pia frode di Echilo e il pericolo dei compagni, ogni qualunque ritardo è colpevole.

Veniamo al punto dell’azione. Suppongo senza scrupoleggiare che Echilo possa uccidere il tiranno. Egli è uomo valoroso e gagliardo, le guardie sono lontane, un momento ben colto è decisivo. Ma la sicurezza di Timofane non s’accosta ella alla stupidezza? Egli vuol farsi veder in trono: e dove? in casa, di notte; non innanzi al popolo, ma solo al fratello e al cognato, senza esser cinto da guardie. Non è questa una vanitá puerile? Ei non temeva di nulla da due cosí stretti congiunti. Ma non sapeva egli di certo, ch’erano alla testa d’una congiura? non gli avevano detto positivamente che non averebbe regnato finché vivevano, e che dovea assolutamente ucciderli? Come non assicurarsi se avevano arme? Una tale spensieratezza non parmi che possa giustificarsi abbastanza (6).

Non sanno nemmen piacermi i rimorsi e le disperazioni di Timoleone. Plutarco ci assicura che sono veri: ma Plutarco insieme li condanna come indegni d’un liberator della patria. Potevano conciliarsi i sentimenti dell’eroe e del fratello, facendo che Timoleone rimanesse stupido dopo il fatto, e dicesse soltanto: Dover crudele! Echilo, abbi tu cura della patria, io uccisi il tiranno, or vado a piangere il fratello (7).


MEROPE

Nella Merope, l’autore ha il pregio distinto d’aver introdotto novitá e accresciuto l’interesse tragico, in una azione, che dopo Maffei e Voltaire, non sembrava ammettere né diversitá di maneggio, né aumento di bellezza. Polifonte è un ipocrita delicato, che pare di buona fede, e potrebbe imporne. Non si mostra amante di Merope, ma bramoso di pace interna, e di governo giusto e tranquillo. Brama di sposarla, per renderle ciò che le ha tolto, e lasciare il regno ai di lei figli. La scena prima è condotta con bellissimo artifizio, affine di