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atto quinto | 217 |
E meco tutti or vi atterrate.
Popolo Eterna
fe ti giuriam noi tutti: al par che prode
giusto sarai: mentir non può il tuo aspetto.
Egisto D’esserlo giuro. Ma, s’io pur nol fossi,
ch’io pur svenato, come costui, cada.
Polid. Deh! che non muojo in questo dí! piú lieto
mai non morrei.
Mer. Vieni al mio seno, o figlio...
Ma oimè!... mi sento... dalla troppa... gioja...
mancare...
Egisto Oh madre!... Ella or vien meno quasi,
per gli eccessivi affetti. Andiam; si tragga
a piú tranquílla stanza. — In breve io riedo,
Messenj, a darvi di me conto intero. —
Tu, mio buon padre, sieguimi: deh! m’abbi
per figlio ognor, piú che per re; ten prego.