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atto quarto 201
Egisto   Io veggio

venir ver noi soldati...
Polid.   Oimè! che miro?
Merope vien con Polifonte... Ahi lasso!...
Egisto E a lor vien dopo un numeroso stuolo...
Polid. Che mai farò?... Statti al mio fianco, o figlio;...
morire almeno in tua difesa io giuro. —


SCENA TERZA

Polifonte, Merope, Egisto, Polidoro,

Popolo, Soldati.

Polif. Merope, in mano ecco a te do l’infame

uccisor del tuo figlio. Avvinto ei sia
d’aspre catene; e a un sol tuo cenno, ei cada.
Mer. Ahi scellerato, barbaro, fellone!
Assassin vile, la tua mano impura
bagnata hai tu del mio figliuol nel sangue?
Che mi val tutto il tuo? sola una stilla
scontar mi può di quello? — Io, che giá tanto
era infelice! e tu, sovra ogni donna,
sovra ogni madre, misera mi festi. —
Stringete voi que’ ferrei lacci; orrendi
strazj inauditi apprestategli: ei spiri
infra tormenti l’alma. Io vo’ mirarlo
piangere a calde lagrime: non ch’una,
mille vo’ dargli io stessa orride morti. —
Ahi lassa! e ciò ti renderá il tuo figlio?
Egisto A te mi arrendo, o Merope: a una madre
sí giustamente disperata io cedo
di spontaneo volere: e, s’anco in ceppi
costor non mi stringessero, tu sola
a far di me qual piú vuoi strazio basti.
Giusto è il tuo sdegno... Eppur, sai ch’io non reo,
e degno or dianzi di pietá, ti parvi.