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atto quarto 199
Egisto   Invano

il tenterei; cercato io fora; imposto
m’è l’aspettare. Ma, perché celarmi?...
Polid. Tu mai non fosti in piú mortal periglio;
né in piú mortale angoscia stetti io mai.
Merope stessa ha il tuo morir giurato:
e Polifonte or ora infra i suoi fidi,
quí con Merope viene. Ella vuol darti
morte; uccisor dell’unico suo figlio
crede Merope te.
Egisto   Che feci? Un figlio
le rimaneva? un figlio? Ed io gliel tolsi? —
Ah! vieni, o madre sconsolata; in questo
perfido cor l’ira tua giusta appaga.
Qual morte, e strazio, e infamia a me non dessi?
Polid. Ma,... del suo figlio... l’uccisor... non sei.
Egisto Dunque?
Polid.   Nol sei...
Egisto   Che piú? Tal mi crede ella:
priva è del figlio: al suo dolor sollievo
fia l’uccidermi; e venga...
Polid.   Ah no!... Del figlio
priva non è.
Egisto   Ma quel ch’io uccisi... — Io voglio
a ogni costo vederla; udirla...
Polid.   Ah!... Fuggi...
Egisto Né il vo’; né il posso.
Polid.   O almen...
Egisto   Ma, s’io non sono...
Polid. Tu sei... quel figlio, ch’ella estinto piange.
Egisto Io? che mi narri? io son?... Non mi sei padre?
Sangue son io d’Alcide?
Polid.   Oh ciel!... Deh, taci.
Benché non figlio, a me sei piú che figlio.
Io di quí ti sottrassi; io ti crescea
sotto il nome d’Egisto; io ti serbava,