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atto quarto 197
Egisto   Qual voce!...

Polid.   Ivi i miei voti...
Egisto Oh ciel! fia ver? Quel vecchio...
Polid.   Ivi mi giova
versare il pianto...
Egisto   Ah! non m’inganno; è il bianco
suo crin; suoi passi; i panni suoi... Deh, volgi
ver me, buon vecchio!...
Polid.   Oh! chi mi chiama?
Egisto   Ah padre!...
Polid. Che veggio? Oh ciel! tu quí? tu vivo? Ahi dove
ti trovo io mai! deh! ti nascondi. Io tremo...
Misero te!... Perduto sei.
Egisto   Deh! lascia,
ch’io mille volte pria ti stringa al seno.
Padre, al certo per me portasti il piede
entro Messene, ove hai nemici tanti;
osi per me porti a tal rischio... Oh cielo!
Un figlio empio son io; tanto non merto:
troppo in lasciarti errai.
Polid.   ... Per lo gran pianto...
parlar... quasi... non posso... Oimè! t’ascondi...
fuggi... Tu sei. — Grave periglio è il tuo...
come in Messene, in questa reggia?...
Egisto   O padre,
tu in mal punto mi trovi: entro la reggia
sto custodito... Ahi! che mi scoppia il core,
padre, in doverti confessar, ch’io forse
alla condanna di supplizio infame,
come omicida, assai sto presso. Andronne
fors’anco assolto, che innocente a un tempo,
benché omicida, io sono... Oimè! qual figlio
in me ritrovi!
Polid.   Oh inaspettato evento!
Tu forse ucciso hai lo stranier, che in riva?...
Egisto L’uccisi io, sí; ma in mia difesa, il giuro.