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atto quinto 159
Timof. Ah traditore!... Io... moro...

Timol.   A me quel ferro:
la patria è salva.
Echilo   Ah! per la patria vivi.
Demar. Guardie, accorrete...!1 Al traditor...
Timof.   No, madre...
Timol. Dammi quel ferro; in me...
Echilo   No, mai...
Timof.   Soldati,
scostatevi; l’impongo;... omai piú sangue
versar non dessi.
Demar.   Echilo pera...
Timof.   In niuno
si volgan l’armi;... espressamente io ’l vieto...
itene: il voglio2.
Demar.   E tu, crudel fratello,
scellerato... Ma, oh ciel! tu piangi?...
Timof.   Io volli
o scettro, o morte: ma salvarti a un tempo
volli, o fratello. A morte almen dovea
trarmi il tuo braccio, che giá un dí scampommi:
per te il morir m’era men duro...
Echilo   Ei nacque
a te fratel, non io: soltanto ad esso
spettava il cenno; il ferro a me spettava.
Demar. Barbari!... Voi; ch’ei trucidar non volle...
Timof. Deh! non gli far piú omai rampogne, o madre.
Giá in lui soverchio è il duolo; un mar di pianto,
vedi, il ciglio gl’inonda. — Io ti perdono,
fratello; e a me tu pur perdona... Io moro
ammirator di tua virtú... Se impreso
io non avessi a far... la patria... serva,...
impreso avrei di liberarla:... è questa

  1. Accorrono i soldati.
  2. I soldati si ritirano.