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350 oreste
Pilade   E dove i passi

portò quel vile?
Elet.   Empio, ei festeggia il giorno
della morte d’Atride.
Oreste   Oh rabbia!
Elet.   I Numi
ora oltraggiando ei sta. Di quí non lunge,
sulla via di Micene al re dell’ombre
vittime impure, e infami voti ei porge:
né a lungo andar può molto il rieder suo. —
Ma noi quí assai parlammo: io nella reggia
rientrerò non vista: ad aspettarlo
statevi lá dell’atrio fuor del tutto.
Pilade, affido a te il fratello. Oreste,
se m’ami, oggi il vedrò; per l’amor nostro,
per la memoria dell’ucciso padre,
l’amico ascolta, e il tuo bollor raffrena:
che la vendetta sospirata tanto
cader può a vuoto, per volerla troppo.