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atto secondo 345
Pilade   Io non l’intesi.

Elet.   Ei parla
di vittima? perché? Sacra d’Atride
gli è la memoria?
Pilade   ... Orbato egli è del padre,
da non gran tempo: ogni lugúbre aspetto
quindi nel cor gli rinnovella il duolo;
spesso ei vaneggia. — In te rientra. — Ahi folle!
in te fidar doveva io mai?
Elet.   Gli sguardi
fissi ei tien sulla tomba, immoti, ardenti;
e terribile in atto... — O tu, chi sei,
che generoso ardisci?...
Oreste   A me la cura
lasciane, a me.
Pilade   Giá piú non t’ode. O donna,
scusa i trasporti insani: ai detti suoi
non badar punto: è fuor di sé. — Scoprirti
vuoi dunque a forza?
Oreste   Immergerò il mio brando
nel traditor tante fíate e tante,
quante versasti dalla orribil piaga
stille di sangue.
Elet.   Ei non vaneggia. Un padre...
Oreste Sí, mi fu tolto un padre. Oh rabbia! E inulto
rimane ancora?
Elet.   E chi sarai tu dunque,
se Oreste non sei tu?
Pilade   Che ascolto?
Oreste   Oreste!
Chi, chi mi appella?
Pilade   Or sei perduto.
Elet.   Elettra
ti appella; Elettra io son, che al sen ti stringo
fra le mie braccia...
Oreste   Ove son io? Che dissi?...